In Maurizio Baldrini l'azione creativa si svolge raccogliendo determinati materiali di largo consumo, usati dal fine raggiunto, manipolando immagini e altro materiale visivo. Un'opera simbolica è "l'albero della vita" del 1989: un'operazione concettuale di forza non comune, un'istallazione scultura formata di rotoli di cara e cartone con alla base un ceppo di legno, materiale creato e usufruito per scopi industriali/commerciali. Raggiunto il fine il materiale da escludere viene destinato al macero, qui l'artista interviene e ricontestualizza il tutto creando un albero con i materiali estratti dall'albero proponendo un concetto mentale a ritroso regolando il passaggio dal naturale al culturale. In questo modo la poetica dell'artista si impegna in primo luogo ad afferrare le immagini attraverso rapporti che uniscono il visibile, la materia e la loro intelleggibilità.
netdada Neologismo usato nel 2003 da maurizio baldrini Per indicare che il proseguo delle correnti artistiche dada new dada e le loro contaminazioni sarebbe stato net dada Ovvero di chiara origine dadaista nella net epoca (internet) Vedi alcune operazioni del periodo poesia dada e semi di Duchamp 2004 operazioni di netdada creatività nello spazio reale e nel web netdada coinvolge tutte le espressioni visuali (tutto quello che interfaccia, non solo immagini ) cinema televisione webtv video immagini suoni testi siti web portali dedicati e pseudo artisticità E proprio sintomatico dell’operAzione artistica(dada e frutto da seme) che entra senza bussare alle porte della comunità net Strabiliando e confondendo chi non conosce le avanguardie artistiche del xx e xx1esimo secolo
Era il 1985 quando curai la mia prima mostra dal titolo emblematico "Denuncia" fù un evento che raccolse oltre 500 persone collaborarono con me Mimmo Sorrentino e Nicola Parrotta per le fotodenuncieAntonio Froio per la grafica, Umberto Crocetti per la correzione e scelta di testi.
La mostra esponeva oltre cento poesie, brani Biblici, 30 fotografie, tre grafiche su carta 100x70 e sette grafiche surreali di piccole dimensioni.
Il tema focale della mostra era incentrato sul disagio socio\culturale che si viveva all'epoca a Catanzaro, venivano evidenziati gli ambiti della degradazione nella mancanza di spazi di aggregazione e discussione su tematiche che spaziavano dall'adolescenza, al disagio giovanile, dalla tossicodipendenza con gli annessi, alla carenza di spazi destinati alla Cultura, dall'inassistenza degli anziani, alla imperante disoccupazione .I temi venivano trattati in chiave espressivamente provocatoria nei confronti della classe politica dell'epoca e della chiesa,i mezzi furono di un autotassazione estrema.Comunque capiì, che era stato solo un eroico tentativo di coinvolgimento popolare che i tempi non erano quelli per sensibilizzare l'opinione pubblica. Mi auspicavo che quando la classe politica al potere potesse essere della mia generazione culturale, le cose sarebbero cambiate. Anche se sono passati 24 anni e l'Europa e il globo
intero sono artefici di grossi rivolgimenti politico\economici dettati da un epoca di coinvolgimento tecno\informatico che stà modificando tutta la cultura del pianeta. Con l'imperativo della connessione multimediale forse e arrivato il momentodi comunicare con opinioni differenti e omogenee, usare il media per eccellenza il proprio P.C. collegato a INTERNET per la risoluzione di quei problemi avvolti da altri anche più gravi e di estrazione è provenienza culturale diversa.
Il trovare soluzioni ai problemi resta nelle mani di gente INCONPETENTEche se non è idonea a tali ruoli, abbia il coraggio di essere autocritico (si dimetta) e coinvolgapersone autorevoli a tali scopi
Maurizio Baldrini, nato a Catanzaro nel 1961, consegue il Diploma di maturità in Arti Applicate presso l'Istituto Statale d'Arte di Squillace (CZ) e si Diploma presso l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

L'ambiente culturale e il contesto socio-politico di questo ultimo quarto del XX secolo, determinano in maniera incisiva la personalità di Maurizio Baldrini. In una società post-moderna esasperata dal consumismo e da varie crisi di valorigli anni adolescenziali dell'artista sono permeati dalla musica psichedelica dei Pink Floyd e dei Beatles, del Rock progressivo e dai Cantautori del mito dei viaggi in oriente, delle comuni dei figli dei fiori, dalle contestazioni del '77 all'autonomia femminista e al rifiuto dei punk in anni di piombo per lo Stato italiano.

Le prime produzioni artistiche sono le poesie legate ad una grafica surreale e ispirate a De Chirico e Max Ernest per poi approfondire il percorso con gli insegnamenti di Picasso, Duchamp, Rauschemberg, Manzoni e altre influenze decodificandone i linguaggi e i messaggi fino ad assorbirli e reinterpretarli con il suo vissuto e la sua personalità.Si dissocia culturalmente dalla sua città nel 1999 Con l’intento di non esporre più sue opere Dal 2001 cura il sito web netdada www.museocoevo.itNel 2003 presenta la poesia dada di dissociazione/associazioneVidimata dai 4 piu’importanti musei d’ Amsterdam
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Nelle opere di maurizio baldrini
L'accostamento eclettico di oggetti e l'effetto di spiazzamento che ne deriva presentano analogie con il Dadaismo, in particolare con i "ready-made" di Marcel Duchamp e i "Merz" di Kurt Schwitters. Questo legame di parentela ha indotto a definire il lavoro di Rauschenberg e del collega Johns "New Dada.In effetti, l'esempio di Duchamp è stato importante per l'evoluzione di Rauschenberg. Nonostante questo la sua impostazione di fondo è diversa da quella di Duchamp. Il prelievo di oggetti comuni non è strumento di negazione dell'arte o di riflessione sul concetto di arte, come per i dadaisti. Alla base dell'assemblaggio di oggetti e immagini compiuto da Rauschenberg non vi sono teorie particolari, ma il bisogno di lavorare con una superficie e materiali nuovi. Il desiderio di vedere il quadro uscire all'infuori, a invadere lo spazio.
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